così è arrivato dio. è arrivato che dormivo e mi si è seduto accanto. la notte, chiaramente, non aveva rondini, non frullavano gli storni, forse solo bisbigliava qualche insetto, ma c’era nuvolaglia e mi doleva lo stomaco. girandomi ho battuto nello spigolo e il cassettone ha tossicchiato.
”sono tre giorni che non mangio”
dio taceva.
”oh, dio, vorrei tanto un giorno di sole”
”e sporcare le calze di terra”
”e vedere le persone fare la spesa e accompagnare i figli a scuola. non carezzo da tanto i pitosfori lungo i giardini. e non riesco più a giocare”.
mosso da misericordia, dio ha preso una goccia d’oro. l’ha stretta e l’ha sciolta nella specola dell’unghia e la goccia si è fusa e si è fusa come un pianetino o una lacrima di mercurio. orbita su orbita si è fatta consistente. e vicina. rifugiata nel fondo del bicchiere.
e finalmente l’ho buttata giù.
Brano profondo e lirico, un vero piacere rileggerti.
Bentornata!
grazie E. il piacere è mio quando leggo le tue cose : )
a presto!
Questo è proprio bello.
Meglio, questo è.
Punto.
Oh, Fosca!
Bella! Bella!Bella!!! Di una profondità disarmante.
grazie a tutti, davvero, credo di non meritare tanto affetto…
Direi che questo breve brano è più poesia che prosa con quel ritmo sincopato e svelto.
Mi è piaciuto veramente.
Lieto di fare la tua conoscenza.
il piacere è mio e ti ringrazio molto per la tua analisi, così sorprendente e puntuale.
spero a presto
f
Sicuramente ripasserò.
Sicuramente ripasserò.
concordo sul fatto che questa prosa ha un incedere poetico, per questo mi piace moltissimo
🙂
grazie massimo. e a me piace la tua poesia, piena di oggetti dello spirito e di respiro musicale. l’ultimo tuo lavoro, Liquerizia, mi ha colpita molto. sono felice di averti incontrato.
f.
piacere reciproco Fosca, grazie ancora
Finalmente della poesia interessante ed innovativa
grazie luca per il tuo apprezzamento e per essere passato di qui
un saluto
f